Mar. Apr 30th, 2024

E’ giusto rivalutare le proprie riflessioni, rivedere le proprie convinzioni. Non si tratta di essere voltagabbana, il concetto di voltagabbana è funzionale a chi vuole il popolo sotto controllo. Restare fermi sulla propria posizione senza valutare quelle degli altri è solo presunzione, e non porta a nulla di buono. Il male peggiore per una persona, in termini caratteriali, è quello di essere presuntuosa, il presuntuoso non si potrà mai correggere perché non ammeterà mai che c’è qualcosa da correggere.

Tornando al voto, l’elemento scatenante che mi ha convinto a fare una analisi più approfondita è la considerazione che molti esponenti del potere, e quindi della politica, spingono ad andare a votare.

Se non ci fosse un interesse del potere a che la gente vada a votare non spingerebbero al voto. Non avrebbero interesse infatti a spingere al voto persone deluse dal sistema, quando loro hanno i voti di coloro che del sistema fanno parte o che dal sistema si aspettano qualche favore. Non parliamo poi dei voti letteralmente comprati. Quindi il sistema di potere dovrebbe lasciare libere le persone scontente, che potrebbero votare per partiti antisistema, di non andare a votare, ma non è così ed un motivo ci sarà certamente.

Cerco di riepilogare le principali motivazioni dell’andare a votare e del non andare a votare.

In un post precedente personalmente ho detto che è meglio andare a votare proprio per non lasciare la libera scelta a quelli che del sistema fanno parte o col sistema sono in simbiosi, in un modo o in un altro.

Molti di quelli che sono per il “non voto” non danno alcuna motivazione, ne fanno solo una questione al più di principio, “tanto non cambia nulla”, “tanto ci prendono solo in giro”. Ma non può bastare una questione di principio a giustificare il non votare rispetto ad un tentativo di cambiare le cose, o almeno credo.

Quelli che invece danno delle motivazioni, o quantomeno quelli che ho sentito io, ne fanno una questione più condivisibile di legittimazione. Andando a votare è come se si accettasse una competizione, io voto su un partito, tu voti su un altro, se vince il tuo è giusto che governi lui e io mi devo a quel punto adeguare. Andare a votare quindi significa riconoscere un confronto democratico e prendersene le conseguenze, salvo poi aspettare le nuove consultazioni sperando di vincere. I potenti vogliono che il popolo deleghi. Come ho detto in articoli precedenti, la zona comoda, il demandare, è funzionale al sistema. La gente deve delegare qualcuno a governare e poi si deve disinteressare o “subire”. Andare a votare quindi significa accettare questo status quo, delego qualcuno, se il mio delegato non avrà la maggioranza farà opposizione, ma sarà lui a lavorare per me. La zona comoda ed il demandare è il problema più grosso della società, il popolo dovrebbe far sentire il fiato sul collo ai governanti continuamente, sempre pronto a scioperare, a manifestare, a fare informazione, ed in caso a disobbedire.

Chi sostiene che non si debba andare a votare dice giustamente che non si può legittimare una situazione del genere, non si può riconoscere un confronto democratico, quando si sa che tanto tutti i partiti lavorano per lo stesso padrone e che non c’è nessuno di cui fidarsi.

Per contro se andassero a votare in pochi, ad esempio solo il 20%, il confronto elettorale rappresenterebbe solo il 20% della popolazione, la maggioranza sarebbe il 10%, capite bene che un maggioranza che rappresenti una persona su dieci non ha un valore reale, è solo un valore legislativo. Un tale governo non sarebbe legittimato a governare nei fatti se pur legittimato dalla legge.

Credo che con i punti sopra esposti si faccia un po’ di chiarezza sul perché si e sul perchè no, e con un po’ di buonsenso si può dire che entrambi i punti di vista sono comprensibili, non necessariamente condivisibili ma quantomeno comprensibili.

Vorrei però aggiungere una mia considerazione de perché i potenti vogliono che si vada a votare. Come ho detto in un articolo precedente, i partiti politici rappresentano degli imbonitori, sono delle realtà che servono a controllare il popolo. La stessa cosa vale ad esempio per i sindacati, non servono a difendere il lavoratore ma ad averne il controllo. Se c’è un malcontento tra i lavoratori, i sindacati vengono informati per primi e fanno poi da intermediari con il proprietario dell’azienda o con lo stato per “risolvere” il problema. Lo scopo dei sindacati è accontentare i lavoratori con il minimo “sindacale”, lavorando per gli interessi del proprietario o dello stato, in questa operazione il sindacato ne ha il suo tornaconto, sostanzialmente guadagna da entrambi i lati, in un modo o in un altro, e mantiene la sua fettona di potere.

I partiti fanno lo stesso, in campagna elettorale portano il popolo dalla loro parte e tanto più sono stati bravi a convincere il popolo, e quindi a mantenerlo sotto controllo, tanto più gli sarà riconosciuto in termini politici e di potere. Certo che non saranno poi i partiti a governare, loro saranno ripagati del lavoro di controllo fatto ma il programma lo decide chi sta sopra di loro.

Il motivo per cui i potenti vogliono che la gente vada a votare  proprio questo, il non voto, oltre a quanto detto prima, rappresenta un’incertezza, c’è una parte di popolo che non è sotto controllo e per i potenti questo è il vero problema.

Ribadisco sempre che la manipolazione mentale di massa e necessaria per imporre qualsiasi volontà, sociale o politica, i potenti che comandano il mondo hanno bisogno di convincere il popolo perchè è il popolo a comandare anche se non lo sa. Per convincere il popolo utilizzano la propaganda, tengono il popolo nella confusione, nella distopia tramite i media, i social, la censura e la politica in tutte le sue forme. Il popolo dovrebbe invece essere refrattario alla propaganda, dovrebbe sempre restare lucido, ed è per questo che scrivo questi articoli che mi piacerebbe che fossero condivisi il più possibile.

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